Archivio degli articoli con tag: movimenti

#64. “Sono aperto al confronto, ma non ho ricevuto richieste di incontri. Le ragioni del dissenso sono più forti se espresse senza violenza”. Le parole con cui Francesco Profumo ha commentato le manifestazioni studentesche denotano scarsa intelligenza politica e sociale, e una spiacevole indulgenza alla regressione autoritaria. Non sorprende; non è la prima volta: il ministro ama la norma, la linea retta, l’ubbidienza della macchina. Non l’instabile complessità della persona.

Forse è vero che il ministro non ha ricevuto richieste di incontri da parte degli studenti. A questi stessi studenti, vale peraltro la pena di osservare, lo Stato riserva non di rado docenti logori e umiliati, caseggiati fatiscenti e cortili privi di erba come scuole. Questi stessi studenti apprendono ogni giorno dalla concretezza pedagogica delle squallide cose che li attendono il destino di irrilevanza e subalternità loro riservato; per niente confortati da paternalistici appelli al “merito” o proclami connessi al digitale. Possono dunque essere ragionevolmente sprovvisti di competenze sociali e iniziativa politica formale.

Forse è vero che il ministro non ha ricevuto richieste di incontri da parte degli studenti. Ha tuttavia ricevuto attestati di disistima tali, in tale numero e da tante parti (solo recentemente: da CUN, CRUI e Mariastella Gelmini [sic]), a tal punto motivati da errori, incuria e inadeguatezza della compagne ministeriale, che avrebbe avuto motivo da tempo di interrogarsi sulla propria attitudine a ricoprire un ruolo tanto diverso da quello di ingegnere gestionale; e probabilmente dimettersi per più elevato senso di responsabilità istituzionale (*). Leggi il seguito di questo post »

#1. Perfino Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della sera e per consuetudine timido deglutitore, ieri sera a Ballarò è sembrato un leone trovando argomenti di rara giustezza. E’ evidente (tanto più lo è diventatato oggi) che ci si è spinti molto oltre. Troppo?

# 2. Gli alti funzionari Ue e Bce in ispezione oggi a Roma hanno incontrato questa mattina per primo Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione. La precedenza accordata all’incontro con il ministro è indicazione chiara delle priorità stabilite dall’agenda europeo-comunitaria in termini di tagli al debito pubblico e al costo dello stato. Nel sito ufficiale, Brunetta precisa di avere consegnato agli ispettori “documenti in lingua francese e inglese” [sic]. L’incontro si è svolto “in un clima di assoluta collaborazione”.

# 3. Giungono prime indiscrezioni sul maxi-emendamento, contrastanti. Si concedono maggiori facoltà di licenziamento, non si concedono maggiori facoltà di licenziamento. Non sembrano esserci traccia di patrimoniali né di tassazione della rendita.

#0. Apro questo blog il giorno stesso delle dimissioni di Silvio Berlusconi. Al pari di molte altre persone in Italia, ho vissuto il 2011 con senso crescente di incredulità e opposizione, e il proposito di stabilire nuovi rapporti sociali e politici. Le priorità sono mutate, gli interessi sono mutati. E’ nata mia figlia, la casa ha preso a disseminarsi di giocattoli bio e a risuonare di pianti o gorgheggi infantili. Sono nate comunità e assemblee permanenti. Malgrado la situazione economica e finanziaria sia estremamente grave, si intravede forse oggi l’inizio di una stagione indecifrabile, tutt’altro che pacificata, umbratile, eppure (o forse proprio per questo) tale da costituire una svolta cui cercare di partecipare. In forma di diario breve e idiosincratico, il blog mi aiuterà a raccogliere commenti, riflessioni, documenti sulla (dalla) transizione italiana: movimenti, coalizioni politiche (e politici), pratiche artistiche e culturali, media.

(dalla mia pagina Facebook, 5.11.2011, un appunto a mo’ di prequel.

“La roba

I ristoranti sono pieni, le destinazioni turistiche affollate, i voli aerei carichi solo in una mente distonica e tragicamente separata, giunta troppo tardi, con stili cognitivi inadeguati e interlocutori mendaci, all’esperienza del principio di realtà; incapace di trovare essa stessa, nella densa coltre di privilegio che si è costruita e che la circonda, la via della verità, del lutto evolutivo, diciamo pure dell’espiazione. Silvio B., o meglio la maschera di cerone e decomposizione che noi oggi nominiamo Silvio B., è nel corpo, nella persona stessa, elusione del principio di comunità: nel senso in cui l’abitudine all’astuzia, alla competizione, alla menzogna hanno lasciato nel tempo sovranità esclusiva, tra le passioni, a una cupidigia priva di senso del limite, oscura, antisociale. In opposizione a questo patriziato di cerone e privilegio sento di essere tra i tanti che considerano con preoccupazione i costi crescenti di badanti e asili nido, fanno fatica a partire per il mare o sulla neve, vanno al lavoro su treni regionali, portano da casa i fogli per le fotocopie, non possono impedire che i piccoli, giù al campetto, respirino polveri sottili”).