#64. “Sono aperto al confronto, ma non ho ricevuto richieste di incontri. Le ragioni del dissenso sono più forti se espresse senza violenza”. Le parole con cui Francesco Profumo ha commentato le manifestazioni studentesche denotano scarsa intelligenza politica e sociale, e una spiacevole indulgenza alla regressione autoritaria. Non sorprende; non è la prima volta: il ministro ama la norma, la linea retta, l’ubbidienza della macchina. Non l’instabile complessità della persona.
Forse è vero che il ministro non ha ricevuto richieste di incontri da parte degli studenti. A questi stessi studenti, vale peraltro la pena di osservare, lo Stato riserva non di rado docenti logori e umiliati, caseggiati fatiscenti e cortili privi di erba come scuole. Questi stessi studenti apprendono ogni giorno dalla concretezza pedagogica delle squallide cose che li attendono il destino di irrilevanza e subalternità loro riservato; per niente confortati da paternalistici appelli al “merito” o proclami connessi al digitale. Possono dunque essere ragionevolmente sprovvisti di competenze sociali e iniziativa politica formale.
Forse è vero che il ministro non ha ricevuto richieste di incontri da parte degli studenti. Ha tuttavia ricevuto attestati di disistima tali, in tale numero e da tante parti (solo recentemente: da CUN, CRUI e Mariastella Gelmini [sic]), a tal punto motivati da errori, incuria e inadeguatezza della compagne ministeriale, che avrebbe avuto motivo da tempo di interrogarsi sulla propria attitudine a ricoprire un ruolo tanto diverso da quello di ingegnere gestionale; e probabilmente dimettersi per più elevato senso di responsabilità istituzionale (*). Leggi il seguito di questo post »